Scopriamo cosa sono e come funzionano i fondi pensione integrativi.
Uno dei principali problemi che attanaglia gli italiani relativamente al futuro è la possibilità di raggiungere e godersi in serenità la propria pensione.
Del resto i bilanci Inps degli ultimi 10 anni a questa parte non permettono loro di dormire sonni tranquilli e, anche per il 2020, si prevedono uscite maggiori delle entrate per l’Ente previdenziale che stima un debito di 6,38 miliardi di euro.
L’unica risposta che attualmente sembra porre una soluzione al problema si basa sulla possibilità di costituirsi una previdenza integrativa privata attraverso fondi pensione complementari in grado di integrare il cospicuo assegno pubblico.
Risparmiare per costituire i fondi di una pensione integrativa a quella offerta dalla previdenza pubblica può sembrare uno sforzo che comporti privazioni e rinunce rilevanti oggi per poi avere un aiuto che non cambierà le sorti della nostra vecchiaia domani, in realtà non è affatto così.
Un accumulo graduale e privo di vincoli accumunato al fattore tempo giocheranno un ruolo fondamentale per garantirci un futuro più roseo.
Vale la pena allora di scoprire in cosa consistano i fondi pensione privati, capirne il funzionamento e le caratteristiche per effettuare un confronto ed, infine, eleggere i migliori fondi pensione.
- Come funzionano i fondi pensione complementare
- Deducibilità dei fondi pensione e relativa tassazione
- Erogazioni anticipate e riscatti parziali o totali
- Conclusioni: ora confronta i fondi pensione
Moneyfarm è il principale sito italiano di consulenza finanziaria online, votato per cinque anni consecutivi (tra il 2016 e il 2020) come migliore servizio consulenziale italiano.
In base agli elementi che abbiamo enunciato, offre alla propria clientela portafogli d’investimento ad hoc occupandosi di ribilanciare il portafoglio nel tempo, in base all’andamento del mercato e alle previsioni dei propri consulenti.
Come funzionano i fondi pensione complementare
Il funzionamento di un fondo pensione complementare è paragonabile a quello di un investimento a termine in quanto l’obiettivo è quello di accumulare una somma di cui si andrà a godere non appena raggiunti i requisiti per poter smettere di lavorare.
Innanzitutto è indicato procedere ad un calcolo basato sull’importo di contribuzione, per ottenere una previsione circa quella che sarà la nostra pensione mensile e, di conseguenza, evidenziare la differenza con la somma dello stipendio percepito fino all’ultima mensilità. Da questa differenza è possibile risalire all’obiettivo di rendita del proprio fondo pensione.
Esistono due categorie di fondo pensione:
- Fondi pensione chiusi: istituiti secondo l’art. 3 del Dlgs. 252/05, sono legati al CCNL e per questo definiti anche fondi di categoria o fondi negoziali. Il contribuente deve sottoscrivere necessariamente quello specifico per il proprio settore e non può sceglierne altri. Esistono vari fondi chiusi per differenti categorie di lavoratori: il fondo “Cometa” per i metalmeccanici, “Fonchim” per i chimici, “Fonte” per il commercio, e così via
- Fondi pensione aperti: destinati a chiunque, lavoratori dipendenti e liberi professionisti di ogni tipo
Oltre ai fondi pensione, esistono poi anche i piani individuali pensionistici (Pip) che non sono fondi ma assicurazioni con finalità pensionistiche.
Individuata la tipologia, il primo passo per andare incontro all’obiettivo di costituire il proprio fondo privato è iniziare, ovviamente, a versare. I versamenti sono liberi: possiamo infatti decidere quando versare, quanto versare e se versare. Vi è oltretutto la possibilità di fare confluire il proprio TFR nel fondo per la previdenza complementare.
Possiamo infine definire una linea di investimento e valutare aspetti che ci permettano di ottenere rendimenti migliori nel tempo accelerando la crescita dei nostri risparmi nel lungo periodo. In questo caso i fondi pensione offrono un rendimento variabile in base ai risultati ottenuti dalle linee di investimento che spesso mantengono una buona parte in gestione separata.
Terminata la fase di accumulo (per cui è richiesta un’adesione minima pari a 5 anni), la rendita potrà poi essere erogata in vari modi in base al tipo di fondo scelto:
- Fondi con rendita vitalizia: la più classica, viene corrisposta finché il titolare è in vita ed è escluso il diritto di reversibilità
- Fondi con rendita mista (capitale e vitalizia): metà della rendita viene erogata al raggiungimento dell’età pensionabile, l’altra metà segue le modalità della rendita vitalizia
- Fondi con rendita reversibile: è come quella vitalizia ma con l’indicazione di un beneficiario subentrante in caso morte del titolare. Si estingue alla morte di entrambi.
- Fondi con rendita certa e poi vitalizia: hanno una durata limitata nel tempo e determinata dal titolare. All’interno di questa prima fase temporale, in caso morte del titolare si ha la possibilità di indicare un beneficiario che continuerà a riceverla fino allo scadere del termine stabilito, dopodiché nulla sarà più dovuto. Nel caso vita del titolare dopo la scadenza del termine indicato, si seguiranno le modalità della rendita vitalizia
- Fondi con rendita controassicurata: il titolare godrà della rendita fino alla morte, dopodiché ai beneficiari andrà il capitale residuo
- Fondi con assicurazione Long Term Care (LTC): una rendita vitalizia con una assicurazione contro la perdita di autosufficienza che garantisce, in questo specifico caso, un aumento dell’importo
Deducibilità dei fondi pensione e relativa tassazione
I contributi versati in fondi pensione sono deducibili fino alla somma massima di 5.164,57€ annui. Ogni anno è quindi possibile dedurre fino a tale cifra dal reddito dichiarato ai fini IRPEF, abbattendo così il reddito imponibile si andranno poi a versare meno tasse all’anno.
Nella fase di accumulo, ogni anno la resa del fondo è tassata con una aliquota agevolata del 20% (contro il 26% degli altri strumenti d’investimento), garantendo più alte performance di rendimento dei fondi pensione nel tempo.
È vero che vi sarà una tassazione in fase di riscatto dei fondi pensione, sul TFR e sui contributi versati, ma è vero anche che questa seguirà un regime agevolato: tra il 9% e il 15% (varia in base alla durata del piano contributivo), percentuali decisamente più basse rispetto a quelle di qualunque aliquota IRPEF le quali vanno da un minimo del 23% ad un massimo del 43%.
Erogazioni anticipate e riscatti parziali o totali
Naturalmente il fondo pensione nasce per accumulare nel tempo un capitale di cui andremo a godere solo una volta raggiunta l’età pensionabile, tuttavia in caso di imprevisti è possibile richiedere una erogazione anticipata.
L’erogazione anticipata può essere richiesta più volte col solo limite di non superare il 75% del capitale accumulato e solo per fronteggiare specifici imprevisti predeterminati:
- Spese sanitarie a seguito di gravi situazioni per sé stessi, il coniuge o i figli
- Acquisto o ristrutturazione della prima casa, per sé o per i figli
- Necessità varie di liquidità, dopo 8 anni di iscrizione (in questo caso si può usufruire solo del 30% del capitale accumulato)
Si può inoltre procedere al riscatto del capitale accumulato secondo casistiche ben definite:
- Riscatto totale o della metà del capitale accumulato, per invalidità permanente o disoccupazione
- Riscatto totale da parte di eredi o beneficiari, in caso di morte del titolare del fondo
- Riscatto per perdita dei requisiti di partecipazione, per esempio: se un lavoratore iscritto a un fondo chiuso cambia settore, non potrà più accedere a quel fondo bensì a quello di riferimento per la nuova figura professionale che diverrà
Infine è stata recentemente istituita la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA): una erogazione totale o parziale del montante accumulato giustificata da cessione dell’attività lavorativa, ottenibile all’interno degli ultimi 5 anni antecedenti l’età pensionabile con il requisito contributivo complessivo di minimo 20 anni nei regimi obbligatori di appartenenza.
Conclusioni: ora confronta i fondi pensione
Abbiamo visto che i fondi pensione complementare sono un’ottima soluzione per vivere il proprio futuro in serenità, dando luogo a un risparmio preventivo e ottenendo importanti vantaggi fiscali.
A tutela dei risparmiatori che intendono usufruire di questo importante mezzo, inoltre, vi è la Covip e cioè l’Autorità amministrativa con il compito di vigilare sul buon funzionamento dei fondi pensione presentando le schede dei costi e dei rendimenti dei vari fondi.